ANDRÀ TUTTO BEH…

ANDRÀ TUTTO BEH…

Il lievito madre, il pane fatto in casa, le canzoni dai balconi, gli striscioni, gli arcobaleni, la speranza: gli ANDRÀ TUTTO BENE.

NO, non è andata affatto bene, e la curva dei contagi e dell’odio ha ripreso a salire, perché abbiamo ripreso la vita di sempre, dimentichi di ciò che è successo appena pochi mesi fa, la paura, gli ospedali pieni, i medici eroi, i morti. Dimentichi che, per qualche settimana, abbiamo creduto e ostentato sui social di poter diventare persone migliori.

Una frase durante un’intervista, che è diventata meme dell’Italia intera: “Qui non ce n’è coviddì“. E’ la signora Angela da Mondello che ha pronunciato le parole che stavano per scoppiare dentro ognuno di noi. Un becero sfogo liberatorio che desideravamo urlare, stanchi di quei mesi chiusi in casa, vogliosi di tornare alla normalità, di andare al mare, di riabbracciare tutti, di ballare al ritmo di Karaoke Guantanamera. “Tanto muoiono solo i vecchi”. E siamo tornati a prima, in un lampo abbiamo cancellato tutto (ogni promessa e buona intenzione) e siamo diventati un po’ più cattivi.

E abbiamo smesso di crederci, manco fosse una religione, e abbiamo smesso di indossare la mascherina, da bravi coviddiani non praticanti, e abbiamo dato la colpa ai migranti: sono loro che ci contagiano, gli stessi migranti che nessuno di noi, nè prima nè post covid, si è mai sognato di avvicinare a meno di 10 metri. Che poi: se il covid non esiste come fanno a trasmetterlo i migranti? Allora c’è? Non vi seguo…

E abbiamo ripreso a viaggiare, da e per l’estero, da Nord a Sud, e lo abbiamo importato ed esportato (forse i migranti siamo noi, forse quindi il covid c’è). E la Sardegna è passata da zero a tanto, e lì di certo non c’entrano i migranti; così la Sicilia, per eccellenza terra di EMIGRATI, nella persona di sua eccellenza il Governatore, ha dichiarato guerra al covid promettendo la chiusura di tutti i centri d’accoglienza. Che è peggio, forse, di distruggere il virus sanificando i granelli di sabbia (Cateno De Luca docet).

E abbiamo smesso di essere lucidi, e abbiamo trasformato tutto in una farsa, in un grande carnevale: un primo gruppo mascherato da virologi (macchiette in cerca di notorietà); un secondo gruppo mascherato da politici (incompetenti in cerca di consenso); un terzo gruppo, il più numeroso, mascherato da persone perbene (opinionisti psicotici, impauriti, aggressivi, negazionisti, sovranisti, strafottenti, odiatori, vendicativi).

Ed è sempre più difficile pensare che possa andare davvero tutto bene, perché non scruto all’orizzonte nessuna intenzione, personale o collettiva, di trovare una concreta soluzione al problema; vedo solo caos, confusione, parole di circostanza, repentine retromarce, contraddizioni, tanta paura e il desiderio di non dover più dare conto alla propria coscienza ma di abbandonarsi all’istinto, come tanti piccoli esseri semplici, primitivi, primordiali. Come Virus. E non parlo del Covid19.  

di Francesco Giamblanco e Virginia Avveduto  

 

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