Il futuro è passato da qui

– Sai che un giorno, fra circa un secolo, forse intorno al 2020, useremo strani telefoni con cui potremo scattare fotografie, spedire lettere, comprare cibo fresco e vestiti nuovi, e molto probabilmente i governi approfitteranno di questi apparecchi per spiarci tutti.
Un giorno parleremo con strane macchine, intelligenti e dalle sembianze umane, che ci aiuteranno a svolgere le nostre attività. Un giorno, i campi che coltiveremo saranno inquinati da sostanze tossiche e respireremo aria scura e velenosa.
Quel giorno la temperatura terrestre sarà così alta che le estati saranno caldissime e gli inverni violenti, non ci saranno più primavere, si romperà improvvisamente il millenario equilibrio tra i vari ecosistemi e innumerevoli specie animali scompariranno per sempre.
Un giorno, in ogni parte del mondo, le politiche saranno sempre più instabili e le economie sempre più fragili, e periodicamente dovremo fare i conti con dure crisi finanziare e culturali che, sull’onda della paura, produrranno ovunque estremismi e violenza.
Faremo lavori astratti, oggi inesistenti e quindi ancora inimmaginabili; milioni di persone, soprattutto giovani, non ne avranno uno, e chi lo avrà, lavorerà fino a 70 anni o più.
Faremo i conti con terribili malattie e strane epidemie. Mangeremo cibo già pronto, creato o modificato in laboratorio; l’acqua scarseggerà quasi ovunque, mentre in alcune aree fortunate si sprecherà.
Un giorno, diminuiranno drasticamente le nascite, e molte coppie dovranno affidarsi alla scienza per avere un figlio. I beni di prima necessità saranno quasi inaccessibili ai più, mentre per pochi altri costeranno meno ma saranno sempre più scadenti.
I mezzi di trasporto saranno sempre più veloci e pericolosi. La musica verrà prodotta da marchingegni automatizzati. Ci sarà più rumore che melodia. Ci saranno milioni di libri da leggere e sempre meno lettori. Molti popoli non smetteranno di soffrire e saranno costretti a emigrare, e questo sarà causa di odio e nuove guerre.
– FERMATI! Quello che dici è spaventoso, tanto assurdo quanto realistico e probabile. Però rifletti: è anche vero che non tutto è sempre a senso unico e senza via d’uscita, come in un incubo.
E’ probabile, ad esempio, che quegli strani telefoni di cui parlavi prima, potrebbero aiutarci in tante situazioni di pericolo e facilitare molte attività.
E’ probabile che i mezzi di trasporto più veloci accorceranno le distanze. Che le intelligenze artificiali produrranno nuove idee. Che quei nuovi lavori svilupperanno nuove facoltà mentali.
E’ il progresso: più cibo e cure per tutti. E per ogni automobile veloce e pericolosa, strade sempre più scorrevoli e persone più prudenti. Per ogni campo inquinato, una soluzione per ripulirlo. Per ogni epidemia, una medicina per debellarla. Per ogni crisi, una soluzione pacifica. Per ogni popolo che emigra, paesi sempre più civili e umani. Per ogni cambiamento climatico, un nuovo adattamento, una migliore cultura dell’ambiente e un maggior rispetto per la Terra. Per ogni inevitabile passo indietro, due saranno destinati a portarci avanti.
Se anche solo un secolo fa ci avessero raccontato il futuro, quello che oggi è il nostro presente, sottolineandone esclusivamente gli aspetti negativi e omettendo tutto il resto, l’umanità avrebbe vissuto nella paura del domani e nella sfiducia dell’oggi. Avrebbe rinunciato alla sfide, alle scommesse, agli esperimenti: avrebbe rinunciato alla modernità.
Oggi quel futuro è arrivato, ed è davvero simile ma sicuramente migliore di come lo si era immaginato. Perché certe narrazioni a volte tralasciano dettagli fondamentali: intelligenza, umanità, speranza, capacità di adattamento e di imparare dagli errori del passato.
Di Virginia Avveduto e Francesco Giamblanco
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