Leggere rigenera la mente: Orwell, Saramago e Moravia
Tre classici della lettaratura, tre racconti molto forti e pregni di significato ed emozione, che di certo non vi lasceranno, preannunciando già uno dei tre titoli scelti, indifferenti.
Buona lettura.
1984 – George Orwell
(Nineteen Eighty-Four) è uno dei più celebri romanzi di George Orwell, pubblicato nel 1949.
“Il mondo è diviso in tre immensi superstati in perenne guerra tra loro: Oceania, Eurasia ed Estasia. In Oceania la società è governata dall’infallibile e onnisciente Grande Fratello, che nessuno ha mai visto di persona. I suoi occhi sono le telecamere che spiano di continuo nelle case, il suo braccio la psicopolizia che interviene al minimo sospetto. Non c’è legge scritta e niente, apparentemente, è proibito. Tranne divertirsti. Tranne pensare. Tranne amare. Tranne vivere insomma. Dal loro rifugio, in uno scenario desolante da Medioevo postnucleare, solo due persone lottano disperatamente per conservare un granello di umanità.
Può essere a ragione considerato come uno dei primi e più importanti esempi di romanzo distopico; secondo il neologismo coniato da John Stuart Mill nel 1868 – rappresenterebbe un’utopia negativa”.
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Cecità – José Saramago
(Ensaio sobre a Cegueira, letteralmente Saggio sulla cecità) è un romanzo dello scrittore e premio Nobel per la letteratura portoghese José Saramago, pubblicato nel 1995.
“In un tempo e un luogo non precisati, all’improvviso l’intera popolazione diventa cieca per un’inspiegabile epidemia. Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più. Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un’esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l’insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l’orrore di cui l’uomo sa essere capace. Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un’umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione.
Ne deriva un romanzo di valenza universale sull’indifferenza e l’egoismo, sul potere e la sopraffazione, sulla guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico spiraglio di luce e salvezza”.
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Gli indifferenti – Alberto Moravia
È il romanzo d’esordio di Alberto Moravia, pubblicato nel 1929.
“Quando uscì, parve sancire senza mezzi termini la rinascita del romanzo realista in Italia. Circoscritta a quarantotto ore, la vicenda sa rappresentare nei comportamenti di cinque personaggi e nelle relazioni che tra loro si stabiliscono, i meccanismi di sopraffazione e di falsa coscienza da una parrte, di abulia e mortifera insoddisfazione dall’altra, che caratterizzavano i rituali sociali e la sostanza “antropologica” della media borghesia urbana durante il periodo fascista. Gli indifferenti è la condanna senza appello di un intero mondo e di un’intera storia, un romanzo amarissimo e insieme salvifico, che dal fondo di una catastrofe incapace di esplodere sa recuperare il senso pieno di una sofferta e inscalfibile identità morale.
Moravia riesce a rendere con perfetto realismo le meschinità e le ipocrisie di una società inautentica, convenzionale, sdoppiata falsamente da ciò che ciascuno pensa e da ciò che viene detto in un clima di costante menzogna”.
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di Francesco Giamblanco
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