No, i consigli di “tuocuggino” non sono meglio dello psicologo
Giulio soffre da diversi anni di una forte gastrite e tutti gli suggeriscono insistentemente di far qualcosa per guarire, ad esempio una lunga passeggiata oppure una telefonata ad un amico.
Mario ha una bronchite cronica, per cui evita di uscire, temendo gli ambienti troppo freddi e ventilati. Ma i suoi familiari sono convinti che si tratti di un modo per attirare l’attenzione.
Sara ha una malattia del motoneurone che le impedisce di svolgere certe azioni con rapidità e senza impaccio. Quelli che la circondano la considerano pigra e inconcludente.
Simona ha dei forti dolori al ginocchio ma non ha ancora contattato un medico perché crede sia inutile; infatti, come dice sempre sua madre, “è carattere, non ci si può far nulla”.
Questi sono solo alcuni esempi di ciò che accadrebbe se le malattie o le disfunzioni fisiche fossero affrontate con lo stesso approccio che comunemente si riserva a quelle mentali.
I disturbi d’ansia e dell’umore, i problemi comportamentali e le psicopatologie in generale (pur lievi che siano) non si risolvono con una semplice passeggiata, con la telefonata di un amico o con la lettura di un buon libro motivazionale, non sono né una colpa della persona che ne è affetta né un aspetto innato e immutabile del suo carattere.
Purtroppo, ancora oggi, nonostante la popolarità di Freud e delle ossessioni psicoanalitiche di Woody Allen, nonostante la diffusione, nel linguaggio comune, di termini presi in prestito dalla Psicologia (anche se spesso mal utilizzati e mal compresi: “la resilienza!”), nonostante la Recalcati mania, nonostante la (rara) consapevolezza che un malessere sia di ordine psicologico e nonostante abbiamo a nostra disposizione professionisti che hanno superato esami e conseguito lauree, master, specializzazioni e tirocini, continuiamo a rivolgerci al migliore amico, al medico “della mutua”, alla parrucchiera, al barista, “ammiocuggino”, al prete, al chiromante, agli “amici” di Facebook, allo specchio, al cane e a Radio Maria.
Insomma, inutilmente e pericolosamente a chiunque.
di Virginia Avveduto e Francesco Giamblanco
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No, però nemmeno idolatrare gli psicologi, quando magari è un problema psichiatrico da trattare con farmaci.