Come ci siamo ritrovati in un Paese fascista, sottovalutando tutto
Quando, sottovalutando quelle piccole nuvole grigie sparse come macchie di leopardo, nel cielo luminoso, ci siamo trovati travolti da un violento temporale.
Quelle volte che abbiamo sottovalutato la pece nera che sporcava le nostre mani e i nostri piedi dopo un bagno al mare, e non abbiamo pensato a quanto fosse inquinante.
Quella volta che abbiamo sottovalutato l’esame universitario da 3 crediti e siamo stati bocciati.
Quando non avremmo mai pensato che il re delle televisioni, dal sorriso smagliante, avrebbe tenuto in ostaggio il Paese oltre 20 anni per i propri interessi personali.
E vi ricordate quando pensavamo “Cosa vuoi che sia un giro in motorino senza casco?” oppure “Cintura o senza, tanto è uguale”? Quella mentalità sconclusionata ha tolto la vita a tanti, troppi giovani.
Quelle volte che a 5, 6, 7 anni, ci mettevano davanti alla Tv per ore e ore, così stavamo tranquilli; quelle volte che mettono i piccoli davanti allo schermo di uno smartphone o di un Pc per ore e ore, perché così stanno tranquilli. E noi, e loro, ipnotizzati.
Quella volta che “ordine, famiglia, patria, lavoro”, urlati con orgoglio dal balcone di piazza Venezia, sono diventati leggi razziali, repressione, violenza, demolizione della democrazia, morte.
Quando abbiamo costruito opere abusive, con materiale scadente e a basso prezzo, in un territorio ad alto rischio sismico, e ci siamo ritrovati dinanzi a crolli devastanti, migliaia e migliaia di sfollati e innumerevoli morti.
Quando Internet era un luogo da esplorare e in cui poter esprimere la propria libertà, senza sapere che tale libertà, pian piano, sarebbe diventata una prigione.
Quella volta che la sigaretta sembrava così innocua e si fumava ovunque: al ristorante, in aereo, al cinema; ogni tanto un leggero colpo di tosse ci insospettiva, senza però immaginare che quelle piccole cellule tumorali, subdolamente, stavano invadendo i nostri alveoli polmonari.
Quelle volte che abbiamo sottovalutato le botte, i manganelli, gli abusi, perché tanto colpivano gli stranieri, le prostitute, i drogati.
Quelle volte che abbiamo sottovalutato il sessismo, la discriminazione, la possessività, le minacce, e ci siamo ritrovate piene di paura e di lividi.
Quando abbiamo sottovalutato la Svezia e non ci siamo qualificati ai Mondiali.
Quando non avremmo mai immaginato che i social potessero influenzare milioni e milioni di persone, spostando interi elettorati con fake news, banali slogan e video creati ad arte; e mai avremmo pensato di vedere Donald Trump presidente.
Quella volta che abbiamo sottovalutato la pericolosità delle parole “destra e sinistra sono uguali”.
Quando abbiamo sottovalutato quelle prime disperate traversate del Mediterraneo che, di anno in anno, lo hanno reso un immenso cimitero.
Quella volta che abbiamo riso per D’Alessio che cantava “le domeniche d’agosto quanta neve che cadrà”; eppure, oggi, non sembra poi così impensabile che accada davvero.
Quelle volte che abbiamo sottovalutato la crisi economica (“i ristoranti sono pieni”), la rabbia (quella dei “vaffa day”), le paure (“vengono qua per rubarci il lavoro”), l’ignoranza (“i vaccini provocano l’autismo”); quando abbiamo accusato i “tanti imbecilli” di essere analfabeti funzionali credendo ciecamente e prepotentemente di non essere tra questi; quando abbiamo sottovalutato i populismi, le urla incattivite, il potere delle piazze virtuali, le bugie vendute come potenti verità, gli insulti diventati violenza; quelle volte che abbiamo sottovalutato la chiusura dei porti, le amicizie neofasciste, i comizi dai balconi, la sospensione dei prof, la rimozione degli striscioni…
quelle volte che abbiamo sottovalutato tutto questo e ci siamo ritrovati in un Paese fascista.
Machiavelli scriveva: “È comun difetto degli uomini, nella bonaccia, non fare conto della tempesta.”
di Virginia Avveduto
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