Dal treno alla spiaggia: se il potere premia l’illegalità

Dal treno alla spiaggia: se il potere premia l’illegalità

La capotreno di Trenord che durante la tratta Milano-Mantova ha annunciato dall’altoparlante del treno “Molestatori e zingari siete pregati di scendere, avete rotto i coglioni”, è stata difesa a spada tratta dal Ministro dell’Interno Salvini e dal suo accanito esercito di follower; addirittura il leader leghista ha dichiarato, nel pieno delle polemiche che ovviamente e giustamente hanno investito la donna: “Nessuno tocchi la capotreno, ha tutta la mia solidarietà, anzi andrebbe premiata”.

Allore tutti dovremmo essere tutelati o addirittura premiati nell’esercizio del nostro libero arbitrio, nel dire e nel fare tutto quello che vogliamo, sui social, per strada, al lavoro o anche durante l’esercizio di funzioni pubbliche.

Immaginate se il controllore di un autobus di Torino decidesse di far viaggiare gratis tutti i pugliesi (sua regione d’origine) e di far scendere, nonostante il regolare possesso del biglietto, tutte le persone sudate perché puzzano.

Immaginate se un vigile urbano, ignorando il semaforo, decidesse di far passare all’incrocio solo le auto costose, o se un bagnino, salvasse solo le belle ragazze facendo annegare le “cesse”.

Immaginate se l’impiegata delle Poste annunciasse di voler servire solo i numeri dispari, perché è scaramantica, o se un Carabiniere arrestasse tutti quelli che indossano il calzini bianchi sotto le infradito, perché non riesce proprio a tollerarli.

E gli esempi potrebbero continuare all’infinito, potrei ipotizzare innumerevoli situazioni ben più vicine alla realtà e non per questo meno assurde. Come il caso dell’impiegato dell’Asl che urla alle persone di colore di aver sbagliato ufficio, indirizzandole dal veterinario, oppure il caso di quel gruppo di giovani di Casapound che organizzano le ronde sulle spiagge contro gli “abusivi”, senza alcun titolo, rendendosi abusivi tanto quanto o forse più degli abusivi a cui danno la caccia.

Gli ultimi due casi (Asl e Casapound) non sono chiaramente frutto della mia immaginazione, bensì fatti veri, accaduti recentemente, proprio come il caso Trenord, e sono la prova tangibile che tutto può succedere, che chiunque può arrogarsi il diritto di fare quel che vuole, a discapito delle regole, oltrepassando i confini del proprio ruolo, violando la legge.

Ecco dunque ciò che accomuna tutte queste situazioni: la violazione di una norma che deve invece garantire un determinato comportamento, l’espletamento di una determinata funzione. Ad esempio è noto che la capotreno nel momento del fatidico annuncio svolgeva una funzione di pubblico ufficiale, la stessa che indebitamente, durante il loro blitz, pensavano di svolgere i camerati di Casapound (violando probabilmente l’art. 347 del Codice Penale – usurpazione di funzioni pubbliche).

E il Ministro dell’Interno di un Paese democratico e civile tutto questo dovrebbe saperlo, non dovrebbe mai ignorarlo.

Dovrebbe sapere che non si può avallare o addirittura premiare un comportamento che viola il principio assoluto di legalità.

Quale garanzia di sicurezza potrò mai aspettarmi da parte di chi, al fine di tutelare la propria immagine e di protrarre all’infinito la propria campagna elettorale, non rispetta la Legge?

 

di Francesco Giamblanco

 

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