Siete mai stati a casa di un rom?

Siete mai stati a casa di un rom?

I rom? Io non li ho portati a casa mia, ma sono andata a casa loro. “Casa loro” erano due camper, uno più pulito e ordinato del mio appartamento, l’altro una cloaca.

Sì, vi sembrerà strano, ma nemmeno loro sono tutti uguali, ci sono quelli ricchi e quelli poveri, ci sono madri che sanno stare dietro ai loro innumerevoli figli, dando loro educazione, altre che non ce la fanno proprio, come capita anche a qualche gaggia. Sì, è così che chiamano noi “stanziali”.

Non li ho portati a casa mia, ma a una di loro ho dato le chiavi di casa. “Ma tu sei proprio sicura di voler lasciare le chiavi di casa a una rom?” Avevo sottovalutato il fatto che i rom non hanno molta dimestichezza con gli animali domestici, per il resto una studentessa rom non poteva che avere un valore aggiunto, perché ha lottato contro se stessa per diventare una mezza gaggia, perché a 16 anni aveva dovuto trovare forza solo in se stessa per guadagnarsi un’opportunità che questo mondo non le ha regalato, perché oggi è laureata, ma non ha dimenticato il campo e le sue origini.

In questi giorni, quando leggo chi spara odio comodamente seduto con un cellulare in mano, penso a lei, a Draga, a quanto le sia costato e le costi ogni giorno la “normalità”, in un Paese che nonostante sia nata qui trova mille scuse per negarle l’appartenenza.

Io e i rom. Ci penso spesso in questi giorni. Con loro spesso ho riso, ma spesso mi hanno fatto anche incazzare, non perché abbiano mai cercato di fregarmi, sentivano il mio rispetto e lo ricambiavano in maniera naturale.

Mi sono incazzata mille volte con me stessa, per non essere riuscita a cambiare un solo destino, per il mio impegno inutile, per non aver puntato abbastanza i piedi contro un mondo che finge di capire ma è sordo-cieco e si sveglia solo per puntare il dito.

Quello che mi faceva incazzare di più era quella loro ingenuità, quel perdersi, quel non farcela a stare dietro a un mondo che è cambiato e che li ha lasciati indietro (beh, se avesse fatto solo quello, questo mondo!)

Quello che ho capito avendo a che fare con i rom, fondamentalmente è una cosa: questa società non dà scampo, o sei sua parte integrante, o sei fuori, sei finito! Perché non sarà mai lei a venirti incontro, sei tu che devi adeguarti all’unico modello possibile, quello omologato. E se non ci sono più ombrelli da aggiustare, cucine da sistemare, cavalli da vendere, sei spazzatura!

Questo è quello che so io. Forse non sarete d’accordo, ma almeno ci ho provato a capire, sono caduta in una mattina d’inverno, in una strada isolata, per andare a “casa loro” e ho riso della mia stupida, inutile, ostinazione, ma ci ho provato. E se non ho trovato soluzioni, ho trovato umanità, che è l’unica cosa che dovrebbe spingerci verso gli altri.

 

Tiziana Milito

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