Non è Estate senza…
Non è estate se non ti ritorna in mente la musichetta de “Lo Squalo” ogni volta che nuoti al largo.
Non è estate senza Superquark.
Non è estate senza il giochino di parole “E-state” in qualche canzone.
Non è estate senza la pacca di qualche simpaticone sulle tue spalle scottate.
Non è estate senza le melanzane preparate in tutti i modi: fritte, impanate, al forno, grigliate, marinate, arrotolate, affettate e, per i veri appassionati, inzuppate nel latte di mandorla a colazione.
Non è estate se non ti ritrovi la crema solare ovunque: sull’asciugamano, sul romanzo, sugli occhiali, sul telefono, sulla Settimana Enigmistica, negli occhi, in bocca, nell’esofago, nello stomaco.
Non è estate senza i consigli di sopravvivenza di Studio Aperto (e non è estate senza le battute sui consigli di Studio Aperto).
Non è estate se almeno una decina di zanzare non campeggiano stabilmente nel tuo orecchio.
Non è estate senza tutte le canzonette degli Enrique Iglesias spagnoli che ti perseguitano ovunque tu vada.
Non è estate senza il caldo, l’umidità, l’afa, l’asfissia, l’ambulanza; e non è estate senza quelli che non fanno altro che dire: il caldo, l’afa, l’umidità…
Non è estate senza il vicino di casa che dalle 10,00 del 1° alle 10,00 del 31 agosto, improvvisa un “Sanremo horror”: un karaoke n cui alla fine vince chi fa più vittime nel quartiere.
Non è estate senza le repliche delle repliche delle repliche delle repliche che trasmettevano già nel 1981 in Tv.
Non è estate senza l’odore dell’erba appena tagliata, o di quella appena fumata dai ragazzini del viale.
Non è estate senza il pizzico del granchio alle dita mentre scavi la sabbia alla ricerca delle telline.
Non è estate senza quei programmi tv con politici color aragosta, con le camicie bianche sbottonate al petto, intenti a parlare di lavoro, debito, tasse, con la stessa credibilità di Jerry Calà vestito da Papa Francesco.
Non è estate senza le spiagge sovraffollate da un lato e quelle deserte dall’altro; perché si sa, la gente va dove va la gente.
Non è estate senza una rimpatriata di qualche tipo: la rimpatriata delle elementari, quella del liceo, quella della squadra di calcetto, quella della comitiva del viale di mare, e quelle di tutte le specie animali che abbaiano, miagolano, cinguettano, cantano e friniscono, giusto sotto la finestra in cui tu stai dormendo.
Non è estate senza Sapore di Sale… non quello di Gino Paoli, ma quello dell’acqua con cui ogni volta rischi di affogare.
Non è estate senza le 50 sfumature di rosso, salmone, arancione, rosa, aragosta, sulla pancia del vicino di spiaggia che, nonostante la buca, la paletta, il secchiello, la sabbia bagnata, le pietre, i legnetti, il calcestruzzo e il cemento armato, non è riuscito a piantare l’ombrellone.
Non è estate senza la pennichella delle 10,00 in spiaggia, quella delle 14,00 sull’amaca, quella delle 18,00 sul dondolo e quella delle 21,00 sulla sdraio.
Non è estate senza un allarme siccità, un allarme incendio, un allarme attentato e un allarme tsunami per un tuffo di Adinolfi.
Non è estate senza un’impepata di cozze, anche se poi su 50, 45 le trovi chiuse.
Non è estate senza un tizio ubriaco che ai falò strimpella La Canzone del Sole.
Non è estate senza la stella cadente… che puntualmente ti perdi perché in quel momento eri distratto.
Non è estate senza l’odore della citronella, dell’Autan, dello zampirone, dell’insetticida e del napalm al mattino, che alla fine la zanzara sopravvive mentre tu muori intossicato.
Non è estate senza la nostalgia dell’estate che fugge via, così velocemente che non hai nemmeno il tempo di consumare le quattromilaseicento porzioni di melanzane ancora in frigo, di memorizzare i nomi di tutte le persone che hai conosciuto, di digerire le cozze e la crema solare, di fissare bene l’ombrellone nella sabbia,
di salutare i 247 zii che, anche se sei di Belluno, vivono tutti al Sud, di imparare a pronunciare come si deve almeno una parola del luogo in cui ti trovi, tipo ‘nduja, amunì, ayerséra o mandighinzu (ti aspettavi qualche vocabolo anglosassone?), di fare un ultimo tuffo e di contemplare quel debole e fugace raggio dal colore verde smeraldo che compare subito dopo il tramonto del sole.
Ed è subito autunno.
di Virginia Avveduto